Commentario abbreviato:Deuteronomio 32:43 Versetti 3-6 "Egli è una roccia". È la prima volta che Dio viene chiamato così nella Scrittura. L'espressione indica che la potenza, la fedeltà e l'amore divini, rivelati in Cristo e nel Vangelo, formano un fondamento che non può essere cambiato o spostato, sul quale possiamo costruire le nostre speranze di felicità. E sotto la sua protezione possiamo trovare rifugio da tutti i nostri nemici e in tutti i nostri problemi, come le rocce in quei paesi riparavano dai raggi ardenti del sole e dalle tempeste, o erano fortezze dal nemico. "La sua opera è perfetta": quella della redenzione e della salvezza, in cui si manifesta tutta la perfezione divina, completa in tutte le sue parti. Tutti i rapporti di Dio con le sue creature sono regolati da una sapienza che non può sbagliare e da una giustizia perfetta. Egli è infatti giusto e corretto; si preoccupa che nessuno perda da lui. Un'accusa elevata è rivolta a Israele. Anche i figli di Dio hanno le loro macchie, quando sono in questo stato imperfetto; infatti, se diciamo di non avere peccato, di non avere macchie, inganniamo noi stessi. Ma il peccato di Israele non era un peccato abituale, noto, non pentito, che è un segno certo dei figli di Satana. Erano sciocchi a rinunciare alle loro misericordie per vanità bugiarde. Tutti i peccatori intenzionali, e in particolare i peccatori d'Israele, sono sprovveduti e ingrati. Riferimenti incrociati:Deuteronomio 32:4De 32:18,30,31; 1Sa 2:2; 2Sa 22:2,3,32,47; 23:3; Sal 18:2,31,46; 61:2-4; 92:15; Is 26:4; 28:16; 32:2; Mat 16:16-18; 1Co 10:4; 1P 2:6 Dimensione testo: |